EdC Summer's School - suggerimenti per la prossima edizione


Alcuni suggerimenti che ho inviato, sia di apprezzamento per l'edizione corrente, che per la organizzazione della prossima edizione.



Carissimi Leo, Antonella, Luigino, tutti,

visto che il riscontro alla scuola si poteva dare anche via e-mail, ho preferito questo mezzo per poter avere più tempo per riordinare i pensieri.
E allora ecco qui il mio piccolo contributo.

Intanto, anche se Luigino ha detto di non soffermarsi sui complimenti, mi sento comunque di farne uno.
Il mix che avete raggiunto di teoria e pratica, con la teoria spiegata con un occhio alla pratica, e la pratica, sostanziata da accenni di teoria, era veramente difficile da ottenere, e la sensazione che ne ho ricavato è che non fosse possibile fare di meglio. In nessuno dei convegni precedenti si era mai raggiunto questo equilibrio, che sa tanto di grande maturità.
Anche il filo che legava gli interventi, profondo e non ovvio, è stato qualcosa che era difficile da ottenere.
Bravi e di più!

I miei suggerimenti sono quindi più volti alla prossima edizione, a cui spero di poter partecipare.

1) Mantenere l'approccio multidisciplinare. Forse si tratta di continuare con il seminario di tipo tematico, ovvero ogni anno un tema. Ma non un tema ristretto, ma un tema trasversale, da sviscerare secondo le varie discipline. Nell’ottica dell’approccio Sophia.

2) Continuare a permettere una partecipazione efficace sia di chi ha già partecipato alla prima, senza penalizzare la possibilità di nuove adesioni. Indica una formula che permetta di far coesistere nelle stesse sessioni persone che hanno partecipato a questa prima, e che vogliono continuare ad accrescere la loro cultura, con altri che vi partecipano per la prima volta, in modo da mescolare “idee nuove ed esperienza”.

3) Valutare bene i pro/contro di allungarne la durata, con un occhio all'impatto familiare di chi ci partecipa: se infatti avere più tempo permette un programma più ampio (e massimizza i vantaggi per chi viene da lontano), causa anche maggiori problemi organizzativi (non sempre facili da gestire) alle famiglie che non hanno la possibilità di partecipare insieme, fino ad arrivare anche a non permetterne la partecipazione (come sarebbe ad esempio stato nel mio caso).

4) Strutturare il lavoro di gruppo, in modo che sia un momento di conoscenza reciproca (come è stato) e anche un momento di condivisione fattiva di talenti (che forse era giustamente prematuro fare in questa prima scuola), nell'ottica di teoria e pratica che abitua le persone a "fare", e non soltanto a "dire"

5) Trovare una formula organizzativa di coinvolgimento e continuità dei gruppi di lavoro dopo la fine della scuola, che li faccia diventare attori attivi nei confronti della preparazione del materiale per scuola successiva.

6) Logistica e organizzazione. Il posto era molto bello, ma difficilmente raggiungibile con i mezzi. Sarebbe meglio un luogo meglio collegato con stazioni e/o aereoporti per facilitare gli spostamenti di chi viene da lontano. Per quanto riguarda la sala, le sedie erano un po' scomode per uso prolungato, e si è sentita la mancanza del bracciolo/piano per poter scrivere. Ultimo piccolo punto è la distribuzione del materiale "didattico". Aver avuto i nanticipo dei printouts delle presentazioni avrebbe semplificato la possibilità di seguire, in quanto sarebbe stato necessario solo prendere appunti a margine, e non scrivere molto del testo per poi poter aggiungere i propri commenti in modo contestuale.



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