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Convegno “Lavorare in Comunione” – impressioni 02 Dicembre 2007

Argomento: EdCTags: EdC, Convegno, Lavoro, Lavorare in Comunione, Governance, Chiara Lubich, Igino Giordani

Terza ed ultima giornata del Convegno che si tiene a Castelgandolfo fino al 2/12.
Ecco qui il resoconto odierno.
IMPORTANTE: come allegato troverete anche il messaggio introduttivo di Chiara Lubich e la nuova Bozza di Governance creata durante il Workshop.





Il Lavoro nel pensiero di Igino Giordani

Purtroppo arriviamo che l’intervento è quasi finito. Niente di grave, solo impegni di famiglia. Comunque ho fatto in tempo ad annotare le conclusioni. Vale la pena riassumerle in una frase (di parla ovviamente di Lavoro) che il relatore (Alberto Lopresti) pronuncia per concludere il suo intervento: Arare e pregare… ma questa è solo la regola di partenza. Arare "è" pregare, questo è il vero punto di arrivo, che poi è il modo di intendere il lavoro secondo l’EdC .

Esperienze

La struttura organizzativa del convegno alterna sapientemente interventi teorici a momenti di esperienze pratiche. Questo passare dall’uno all’altro aspetto da sostanza a quello che si sente. Alberto Ferrucci introduce questo momento di condivisione di esperienze.

  • Argentina. L’esperienza è quella di una agenzia viaggi che introduce il “Turismo Solidale”. Il punto che li distingue da altre iniziative simili, è l’aver creato un turismo che mette sullo stesso piano il turista e la comunità locale - si appoggiano a regioni evitate dal turismo consumistico - che lo accoglie: si genera una condivisione (comunione) che è un arricchimento reciproco. L’altro punto da evidenziare è che questo approccio è piaciuto alle autorità: una prova che si può sensibilizzare lo stato ad investire in attività EdC .
  • Brasile. Cambiamo settore: società di consulenza ingegneristica. Il racconto è un forte esempio di legalità anche in settori dove l’illegalità (in Italia diremmo “tangentopoli”) regnano sovrane. Hanno dimostrato che costruire rapporti basati sulla legalità e la fiducia reciproca comunque paga. Un punto finale riguarda l’attenzione alla formazione.
  • Italia. Associazione di cooperative sociali “Per tutti”. Una grande scommessa. Creare una rete di entità cooperative e trovare il percorso legale per permettere anche a queste forme finanziarie di dividere gli utili con terzi (cosa tipicamente non propria di una cooperativa, in cui i profitti sono per i soci). Ad oggi conta 76 cooperative raggruppate in 3 consorzi, distribuiti in 5 regioni. Viene lanciato un invito ad altri ad aggiungersi.
    Una curiosità: il nome è stato suggerito direttamente da Chiara, ad indicare che nessuno deve essere escluso.
  • Filippine. Un intervento molto denso, che avrebbe richiesto e meritato molto più del tempo permesso dal programma un po’ in ritardo. Si parla di “Ancilla”, una delle prime aziende EdC , con esempi pratici, ma purtroppo tutto è molto veloce e si possono solo prendere spunti da approfondire. Ve li racconto nella loro sintesi:

    • Metodo Rainbow-Life: passiamo in rassegna il metodo dei cerchi di colore, in cui ciascun cerchio rappresenta uno dei sette aspetti evidenziati da Chiara con i 7 colori dell’arcobaleno. Ciascun cerchio comprende tanto dirigenti che dipendenti, in un approccio collaborativi
    • Programma di leadership manageriale: un metodo creato da loro che è centrato sul concetto di Unità e ha come ruoli persone rappresentanti i punti di vista di altrettante entità concrete: gli utenti, i clienti, Dio.
    • Modello di Organizzazione Enterprise: si basa sulla relazione tra Attività, Struttura e persone, che devono interagire pariteticamente per raggiungere un obiettivo.




Le sfide del lavoro e le Risposte dell’Economia Civile

Tutti gli interventi sono sempre importanti e lasciano il segno, ma quelli di alcune persone hanno anche la capacità di fare una sintesi particolare e di costruire su questa sintesi. Gli interventi del Professor Zamagni hanno questo carisma particolare.

Si parte da una domanda: “Cosa aggiunge il lavorare in comunione ad una Azienda?”
La domanda è specifica per le aziende, in quanto entità differenti da associazioni, enti e altre strutture. Per rispondere bisogna ripassare le tre caratteristiche che distinguono una Azienda:

  • Disegnata per durare nel tempo, anche al di là dell’esistenza del suo creatore;
  • Deve competere sul mercato, ovvero deve esser ein grado di porsi sul mercato in modo competitivo;
  • gli effetti sono generati anche verso terzi, cosa che non è di altre organizzazioni, in cui gli effetti sono solo per coloro che sono all’interno di quell’organismo.



Quindi cosa implica Lavorare in Comunione?

Secondo la branca dell'economia che studia queste cose (la Business Ethics), ci sono due posizioni:

  • Posizione classica (oggi sempre più criticata, ma comunque ancora dominante): l'Azienda è una macchina e inquanto tale non è un soggetto morale. ne consegue che non può avere responsabilità etiche. Semmai le hanno le persone che ci lavorano, ma non l'Azienda in se.
    Questa posizione tipicamente assume i connotati ti Teleopatia, coiè nel fissarsi su un obiettivo (tipicamente finanziario) e volerlo raggiungere a qualunque costo, senza accettare regole o limitazioni di sorta. Certe volte questa posizione è mitigata da azioni "a posteriori" di compensazione verso i danneggiati (principio di Restituzione).
  • Nuova posizione (e in linea con l'approccio EdC ): L'Azienda è un soggetto morale. in quanto tale ha delle responsabilità che si aggiungono a quelle dei singoli che vi operano. Tutto ciò è connesso al principio di Proiezione Morale, ovvero al fatto che chi ci lavora proietta sull'Azienda, in tutti i suoi aspetti, i propri valori.



Quindi: seguendo la via che l'Azienda è un soggetto morale e che quindi ha una sua "moralità", come si forma la "Coscienza d'Impresa"?
Il che si ppuò tradurre in "Come disegnare una Governance di Comunione?" E' infatti importante derivare da quanto sopra che avere persone che seguono l'EdC nell'Azienda, vista come entità.
Vediamo un esempio: Come funziona il Coordinamento in un'azienda "non

  • Ognuno esegue mansioni assegnate (working to the Book);
  • Esistono procedure anonime e specifiche di ciascuno;
  • Esiste una struttura di supervisori che controlla che ciascuno esegua i compiti assegnati;
  • Vi è una condivisione di Mezzi, ma tipicamente non di Fine.


Ora vediamo perchè in una azienda EdC questa Governance non potrebbe funzionare:

  • Il comportamento del singolo dipende sì dal "Book", ma anche da come mi aspetto che gli altri si comportino (unità e reciprocità);
  • Vi è una chiara condivisione di Fine del Progetto (e magari anche di Mezzi): ne segue la non necessità di una struttura di supervisori e quindi una maggiore efficienza;
  • Vi è una Fragilità intrinseca che scaturisce dal punto precedente: la possibilità del "tradimento" di qualcuno, ovvero che qualcuno venga meno al patto di reciprocità (magari per opportunismo);



Ne segue la necessità di una forte Progettazione Organizzativa per minimizzare questa fragilità e beneficiare appieno delle altre caratteristiche peculiari.

E' stato molto interessante a questo punto un esempio sui Benedettini (Cluniacensi e Cistercensi) e sui francescani, il cui succo è che "L'acqua - intesa come ricchezze - deve scorrere", altrimenti il sistema va in crisi.
Ovvero, in termini più economici, vi è nell'EdC una Esternalità positiva intrinseca, che va comunque alimentata.

L'intervento si conclude mostrando che le aziende EdC Crea qualcosa: la differenza sta che i primi apprezzano ciò che hanno fatto DOPO che lo hanno terminato, i secondi lo apprezzano ANCHE MENTRE lo stann ocreando.


Conclusioni Importanti

La mattinata è finita e con essa l'evento, e si tirano le somme, tante persone sul palco. Ma non è solo una chiusura... Alcuni messaggi finali sono comunque importanti e completano una 3 giorni speciale:

  • Intanto viene ritrasmesso il video (ho laaegato il TESTO DEL MESSAGGIO DI CHIARA così come distribuito) che aveva aperto il Workshop (per quelli che come noi non avevano potuto vederlo).
  • E' stata preparata una nuova BOZZA DI GOVERNANCE, che evolve quella del 2004 e che sarà la base per gli sviluppi futuri. Presto sarà sul sito web.
  • Il prossimo incontro internazionale sarà in Brasile nel 2011, quando si spera che si possa rivedere una Governance matura;
  • C'è fiducia nel continuo sviluppo dell'EdC , poichè si vede a fianco delle strutture organizzate (poli, etc.) anche un grosso movimento di singoli che danno il loro contributo, anche se sono da soli. La speranza è di contare 1000 aziende per il 2011.



Un ultimo ringraziamento va al trio che con la loro musica ha allietato le pause e permesso anche ai traduttori di riprendere fiato: se infatti per noi è stato ingtenso, per loro lo è stato di più.
Ed infine a tutti coloro che al Centro Mariapoli hanno collaborato al buon successo dell'organizzazione, e a costruire un atmosfera di unità che fa la differenza.


Scritto da massimo, Lunedi 03 Dicembre 2007 - 05:41 (letto  19501 volte)
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