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Un esempio di Certificazione EdC

Argomento: Certificazione_EticaTags: EdC, Certificazione, Etica, Qualita'

Finora abbiamo analizzato i diversi aspetti di una Certificazione EdC, e su di questi abbiamo verificato una fattibilità di massima.

Ora però è arrivato il momento di provare a scendere nel dettaglio, per arrivare a confermare in pratica che una Certificazione sia veramente fattibile.

Vedremo qui quindi un possibile esempio teorico di documento e processo di certificazione.




Ma cosè?

La risposta più naturale è che questo ESEMPIO DI CERTIFICAZIONE è il risultato di un impegno, di uno studio, della voglia di verificare fino in fondo che la strada è veramente percorribile. :)

Il documento è rigoroso: non vi aspettate un testo pieno di spiegazioni e/o commenti, ma un vero testo di Certificazione, come quelli che trovereste se voleste adottare un altro standard, quale ISO9000, per fare un esempio.
Questo perché ritengo che una Certificazione EdC vada considerata con almeno la stessa rigorosità di altre certificazioni internazionali.

Dove da qui?

Vorrei che questo esempio fosse preso come tale e che venisse apprezzato per il suo contributo positivo: il suo essere il frutto di uno studio volto a seminare nuovi spunti che dovranno germinare e aprire nuove strade tutte da esplorare.
Quindi vorrei che fosse visto come un punto di partenza, su cui costruire tutti insieme.
Sì perché è assolutamente ovvio che nonostante il rigore e la serietà con cui ho cercato di crearlo, presenta ovvie lacune determinate proprio da averlo creato in isolamento.

E allora mi piacerebbe si formasse un Gruppo che possa lavorarci sopra per migliorarlo, con ciascuno che, con la propria sensibilità ed esperienza, permette di farlo crescere. :)

Se qualcuno fosse interessato, lasci un commento a questo articolo, che vediamo di organizzarci. Non lasciate le vostre e-mail come commento (è sempre buona regola non farlo su siti pubblici): se c’è interesse aggiungerò io un commento su come costruire il gruppo.

Scritto da massimo, Lunedi 26 Novembre 2007 - 04:19 (letto  26112 volte)
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Commenti

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avatarDa: sconosciuto Data: Martedi 27 Novembre 2007 - 01:21

L'idea di fondo dell'EDC è buona, l'idea di un marchio EDC è buona, l'idea della certificazione 'a gradi' è buona, ma secondo me il testo della norma non è buono. Intendiamoci, tecnicamente è perfetto, si vede che è stato scritto con una mentalità ingegneristica, che ho pure apprezzato, essendo io stesso ingegnere. Però nel mio lavoro ho anche fatto il responsabile qualità aziendale e, sulla base di questa esperienza, ritengo il testo della norma una vera croce. Magari sbaglio ma, secondo me, è molto più probabile che pensi all'EDC la dittarella del Signor Brambilla che la FIAT o la TELECOM. Secondo me, il signor Brambilla solo per un istinto masochistico potrà considerare l'idea di affiancare al responsabile qualità aziendale (se è certificato ISO 9001) altre sei persone (se è certificato EDC), come si evince dal testo della norma. Se io fossi il Signor Brambilla, preferirei infinitamente mandare un assegnino alle missioni una volta ogni tanto, che far sacrificare a sei miei dipendenti parte del loro tempo per amore di un certificato. Secondo me, per come è scritta la norma, solo le cooperative sociali, cui interessa far lavorare la gente più che produrre un bene o un servizio, possono essere interessate a questo tipo di certificazione. Pensare che l'adesione all'EDC sia frutto di una decisione assembleare, dove la parola del dirigente conta quanto quella dell'operaio, funziona (se funziona) solo in una cooperativa. Nelle dittarelle padane comanda il Signor Brambilla, che può essere un'ottima persona e un cristiano esemplare, ma decide per tutti sulla base di cose concrete, ed è giusto così, finchè paga i suoi dipendenti. Quindi, se non si vuole limitare enormemente il campo della certificazione EDC, l'unica soluzione è semplificare il testo della norma. Al momento è decisamente più complesso della norma ISO 9001, che ha fatto felici i burocrati di tutta Europa, ma non mi risulta abbia mai risolto un problema reale.

avatarDa: massimo Data: Martedi 27 Novembre 2007 - 09:14

Intanto grazie per i commenti di apprezzamento: è bello che anche se non ho una preparazione di tipo ingegneristico, sia stato equiparato ad essa Vedo di contribuire ai punti che sollevi:Magari sbaglio ma, secondo me, è molto più probabile che pensi all'EDC la dittarella del Signor Brambilla che la FIAT o la TELECOM.Verissimo: ciò è proprio il modo con cui l'EdC si sta sviluppando: un processo dal "basso", cioè dalla piccola impresa. Ed è un bene...Secondo me, il signor Brambilla solo per un istinto masochistico potrà considerare l'idea di affiancare al responsabile qualità aziendale (se è certificato ISO 9001) altre sei persone (se è certificato EDC), come si evince dal testo della norma.In effetti la norma non deve essere chiara, se hai "evinto" questa conclusione.L'idea è che tutta la Ditta diventi "responsabile", ciascun componente con il proprio ruolo: è in anche questo che un Certificazione EdC si stacca dai metodi canonici: non deve portare ad una sovrastruttura parallela, ma deve permeare tutta l'organizzazione. Chiaramente ciascuno avrà il suo ruolo, e alcuni potranno essere delegati a rappresentare il resto delle persone (sarebbe impensabile avere riunioni con tutti presenti)... ma non dovrebbe esserci chi si occupa in azienda della certificazione (come invece succede in ISO ed in altri casi).Pensare che l'adesione all'EDC sia frutto di una decisione assembleare, dove la parola del dirigente conta quanto quella dell'operaio, funziona (se funziona) solo in una cooperativa.In effetti in processo è graduale, e non è affatto detto che debba necessariamente partire dal Dottor Brambilla di turno. Prerò visto che si tratta di una decisione che coinvolge in modo strutturale l'azienda, è bene che tutti possano dire la loro e che la maggioranza sia d'accordo. Questo per evitare che le difficolt6agrave; che si incontrano diventino solo un modo per giocare a "te lo avevo detto che non avrebbe funzionato". Secondo me, per come è scritta la norma, solo le cooperative sociali, cui interessa far lavorare la gente più che produrre un bene o un servizio, possono essere interessate a questo tipo di certificazione.Su questo punto forse non sarei così sicuro Ci sono almeno due motivi per cui qualunque azienda potrebbe essere interessata (e le 800 che seguono l'EdC a tutt'oggi, non sono tutte cooperative, anzi)1) Per motivi etico sociali emergenti dalla maggioranza di chi ci lavora (ovvio, ma dovevo elencarlo);2) Per differenziarsi sul mercato (vedi la 5 Buone ragioni per Certificarsi3) Perchè iniziano ad emergere standard Etici ,e la Comunità Europea sta enfatizzando l'argomento (e quindi in futuro si spera che emerga come un requisito per le gare)Al momento è decisamente più complesso della norma ISO 9001, che ha fatto felici i burocrati di tutta Europa, ma non mi risulta abbia mai risolto un problema reale.Sono contento che la complessità di una certificazione Etica sia riconosciuta. Però attenzione: è complesso realizzarla appieno, ma differentemente dagli standard usuali, si può procedere per piccoli passi ed averli tutti riconosciuti in modo incrementale. Quindi la complessità può essere diluita nel tempo.Ad ogni modo, sono sicuro che lavorandoci tutti insieme potremo migliorarlo.

avatarDa: Brandon Data: Mercoledi 20 Giugno 2012 - 00:31

Projections denote African GDP would approach $2.6 trillion among this decade. It has received foreign investment of almost $60 billion last year as opposition equitable $7 billion in 2002. Sharma also accented above the magnitude of agro economy saying that farming has remained a tall priority for India and partnership with African farming sector is yet beginning to take fashion

avatarDa: caihuali Data: Giovedi 23 Giugno 2016 - 18:35

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avatarDa: jeje222 Data: Domenica 09 Aprile 2017 - 19:08

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